giovedì 18 aprile 2024 | ore 21:00il Circolo dei lettori, via Bogino 9, Torino

Figli di Putin

Un dialogo tra Annalisa Cuzzocrea e Anna Zafesova
a partire dal libro di Ian Garner edito da Linkiesta

Secondo lo storico, la Russia è diventata, sotto Putin, una terra di rabbia performativa e falsità nazionalista, dove recitazione, finzione e promesse non mantenute sono uno stile di vita. Ma come è stato possibile? Dove sono diretti i suoi giovani?


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✏️ la quarta di copertina
Negli ultimi vent’anni Vladimir Putin ha avviluppato la Russia in un’ideologia che può senz’altro essere definita come una forma di fascismo. Attraverso un’efficace alternanza di hard e soft power, Putin ha iniettato nell’opinione pubblica del suo Paese, ormai quasi disconnessa dal resto del mondo, una miscela tossica di nazionalismo, messianesimo, machismo, oltranzismo ortodosso, sovietismo d’accatto, antinazismo di facciata (che imputa ad altri quegli stessi comportamenti che è proprio Mosca a mettere in atto), omofobia e diffidenza per l’Occidente. Il collante usato da Putin per tenere insieme questo mosaico di brutture, e per alimentare il vittimismo dei suoi sudditi, è l’odio verso un Altro scelto à la carte, di volta in volta, in quelle terre che il Cremlino considera una periferia del proprio impero (e ora, come nel 2014, l’Altro è l’Ucraina). Soffocata l’opposizione e accompagnati all’uscita centinaia di migliaia di russi che hanno preferito l’esilio alla stagnazione e alla repressione, il regime raccoglie ora i frutti di quel lavoro di indottrinamento durato due decenni che ha creato una nuova generazione di ragazzi zelantissimi nel celebrare il violento verbo putiniano. Questa Generazione Z, laddove la “Z” è il simbolo del bellicismo russo, è stata allevata con un metodo che mescola l’antico (i corpi paramilitari giovanili che fanno il verso ai “pionieri” del tempo che fu) con il moderno (gli influencer e i social) e il passato (una rimasticatura dell’epopea sovietica nella Seconda guerra mondiale) con il futuro (la promessa di una Russia “pura”). E ora il mondo libero deve trovare un modo per deprogrammare, da remoto, questi giovani fascisti. Per salvare la Russia, per evitare un contagio che si sta già diffondendo in altri Paesi europei e per scongiurare nuove guerre nel prossimo futuro.