«A nulla e nessuno è dato di restare fermo, non agli uomini, non all’acqua e neppure al tempo».

In questo tempo incerto come i primi passi dentro un tempo nuovo, questo anno che compie il primo quarto del XXI Secolo, sappiamo che i libri e le storie ci aiutano a non nuotare mai nella stessa acqua. E i libri che leggiamo, ogni nuova versione in ogni lingua diversa, sono lo stesso libro? Al Circolo dei lettori nel primo weekend di febbraio, è una delle domande che si pone Alias, simposio sulla traduzione che la Fondazione ha ideato con Scuola del libro. Oltre le domande, Alias afferma che tradurre è scrivere.

Leggere è nuotare in un’altra acqua, un fiume, un mare, un oceano che continua a trasformarci mentre il mondo ci travolge con i suoi cambiamenti. Come guida di navigazione ripartono i gruppi di lettura evergreen, i classici in via Bogino, e in contemporanea cominciano i gruppi online che portano il Circolo fuori dal Circolo, al di là del proprio mare. Nel quaderno dei gruppi di febbraio, Antonella Lattanzi racconta Emma Bovary, Paolo Di Paolo racconta Lalla Romano, di figli e padri legge Laura Imai Messina, Loredana Lipperini continua il suo viaggio nell’opera di Stephen King con L’ombra dello Scorpione, mentre Sara De Simone rilegge l’opera di grandi signore del racconto: da Karen Blixen a Anna Maria Ortese, Lucia Berlin, Clarice Lispector, Katherine Mansfield.

«Beh c’è un libro immaginario che vorrei leggere. È molto interessante e talmente lungo che non credo ce la farò mai a finirlo»
«Di che parla?»
«Di tutti, ma proprio tutti, anche di te. E la storia dura cent’anni»

Come scrive Ian McEwan, prima in L’inventore di sogni e dopo in Lezioni, sempre nella traduzione di Susanna Basso che ad Alias racconta una vita a tradurre o forse riscrivere il grande autore inglese, qui al Circolo a febbraio continuiamo a leggere il nostro libro dell’immaginazione, esercitando la solitudine insieme ai lettori e alle lettrici.

 

SCOPRI IL PROGRAMMA DI FEBBRAIO

 

** artwork by FLO