Neoitaliani. Un manifesto
presentazione del libro di e con Beppe Severgnini
edito da Rizzoli
50 motivi per essere italiani
Scegli quali discutere oggi pomeriggio con Beppe Severgnini in diretta sulla pagina Facebook del Circolo dei lettori.
Scrivi il numero nei commenti durante la diretta!
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Perché quando tutti si aspettano che ci agitiamo, restiamo calmi
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Perché siamo fragili, quando pensiamo di esser forti, e viceversa
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Perché sappiamo esser seri, ma lo ammettiamo malvolentieri
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Perché siamo imprevedibili, se non diventiamo inaffidabili
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Perché siamo capaci di bei gesti. Sui buoni comportamenti, stiamo lavorando
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Perché nel mondo ti guardano, in Italia ti vedono
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Perché troviamo eroi insospettabili
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Perché impariamo, volenti o nolenti
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Perché abbiamo visto quasi tutto, e il resto lo immaginiamo
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Perché arriva il momento in cui spegniamo il risentimento
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Perché siamo autocritici, se non diventiamo autolesionisti
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Perché molti parlano, alcuni ascoltano, ma tutti capiscono
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Perché ogni tanto facciamo cose imbarazzanti, ma lo sappiamo
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Perché quando parliamo poco diciamo molto, e viceversa
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Perché non siamo tutti poeti, ma riconosciamo la poesia
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Perché molti di noi sono stati fortunati, e se ne rendono conto
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Perché i nostri figli vedono il futuro, e ogni tanto ce lo spiegano
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Perché ci divertiamo senza essere sbronzi
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Perché vogliamo fare bella figura. Ma sappiamo farci anche una bella risata
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Perché Milano è politica e sensuale
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Perché Roma è una storia a sé
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Perché il Nord e il Sud bisticciano come una vecchia coppia
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Perché la Sardegna profuma di pazienza
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Perché il vino è un’educazione sentimentale, e il caffè è un armistizio
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Perché sappiamo d’istinto cos’è buono e genuino
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Perché molti ci criticano, ma quasi tutti ci copiano
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Perché chiediamo lo smart working, ma ci piace stare con gli altri
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Perché conosciamo il confine tra gentilezza e molestia
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Perché le piccole chiese sono meglio di certi difensori della fede
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Perché siamo indulgenti con imbroglioni e incompetenti, ma li riconosciamo subito
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Perché abbiamo la scuola pubblica, l’ultimo frullatore nazionale
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Perché abbiamo gli asili e abbiamo avuto Maria Montessori
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Perché abbiamo il servizio sanitario nazionale e i medici di famiglia
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Perché i poliziotti non ci guardano male (ogni tanto, dovrebbero)
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Perché sappiamo pensare con le mani e lavorare con i pensieri
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Perché i campi non hanno mai l’aria annoiata
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Perché lavorare stanca, ma non sappiamo farne a meno
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Perché in ogni laboratorio del mondo ci sono un computer, una pianta verde e un italiano
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Perché abbiamo vecchie case bisognose di amore e manutenzione
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Perché le città vuote producono rumori interessanti
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Perché vogliamo le consegne a domicilio e amiamo i negozi sotto casa
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Perché nei ristoranti sorridono, anche quando viene il temporale
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Perché nei parchi amiamo passeggiare, riposare, litigare
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Perché abbiamo elevato il lamento a forma d’arte
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Perché amiamo confondere chi ci giudica
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Perché sappiamo che quei giudici, talvolta, hanno ragione
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Perché è difficile sentirsi diversi, se di uguale non c’è nessuno
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Perché ogni tanto ci cadono le braccia, ma poi le tiriamo su
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Perché siamo quello che gli altri vorrebbero essere, e non osano
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Perché sorridiamo, nonostante tutto
Chi sono i neoitaliani? Siamo tutti noi, che abbiamo attraversato la stranissima primavera del 2020 e ora affrontiamo un futuro incerto. «Ci vorrà tempo per capire come la pandemia, lo spavento e le difficoltà abbiano cambiato il nostro carattere. Ma un cambiamento è avvenuto».
Beppe Severgnini, che ha dedicato la carriera alla meticolosa osservazione dei connazionali, non ha dubbi: “Dalla bufera siamo usciti diversi. Peggiori o migliori? Direi: non siamo andati indietro. A modo nostro, siamo andati avanti. Siamo stati costretti a trovare dentro di noi – nelle nostre città, nelle nostre famiglie, nelle nostre teste, nel nostro cuore – risorse che non sapevamo di possedere”.
Neoitaliani ruota intorno a una sorta di manifesto: 50 motivi per essere Italiani. Un modo insolito e brillante per spiegare chi siamo, e capire chi potremmo essere.
Scrive Severgnini: «Il virus ci ha messo con le spalle al muro. La posizione in cui noi italiani diamo tradizionalmente il meglio». E aggiunge: «Abbiamo dimostrato di saper essere disciplinati, ma ci scoccia ammetterlo. Temiamo di rovinarci la reputazione».
Il suo racconto – divertente, commovente, stimolante – vi convincerà che i neoitaliani sono pronti a fare cose nuove. Non sappiamo quali e non sappiamo quante e non sappiamo quando. Sappiamo, però, che dipenderà da noi. Noi siamo italiani. Non sottovalutateci mai.