Splendi come vita
Lettera d’amore a una madre adottiva
presentazione del libro di e con Maria Grazia Calandrone
edito da Ponte alle Grazie
con Sonia Bergamasco
nell’ambito di Desiderare il mondo. Linguaggi, corpi, icone
Questa è la storia vera del tormentato rapporto fra l’autrice e la donna che l’ha adottata. Maria Grazia Calandrone ha 8 mesi quando viene trovata da sola a Villa Borghese: la sua vera madre si è appena suicidata buttandosi nel Tevere. La accolgono in famiglia Giacomo Calandrone, che da operaio metallurgico diventerà dirigente del Partito Comunista e siederà alla Camera per 10 anni, e sua moglie Iole. Dopo pochi anni Giacomo muore, Maria Grazia, che ha solo 11 anni ma sa già da tempo di essere stata adottata, rimane sola con quella che chiama Madre.
Così racconta questo suo libro: «È il racconto di una incolpevole caduta nel Disamore, dunque di una cacciata, di un paradiso perduto. Non è la storia di un disamore, ma la storia di una perdita. Chi scrive è una bambina adottata, che ama immensamente la propria madre. Poi c’è una ferita primaria e la madre non crede più all’amore della figlia. Frattura su frattura, equivoco su equivoco, si arriva a una distanza siderale fra le due, a un quotidiano dolore, a un quotidiano rifiuto, fino alla catarsi delle ultime pagine. Chi scrive rivede oggi la madre con gli occhi di una donna adulta, non più solo come la propria madre, ma come una donna a sua volta adulta, con la sua storia e i suoi propri dolori e gioie. Quando si smette di vedere la propria madre esclusivamente come la propria madre, la si può finalmente “vedere” come essere separato, autonomo e, per ciò, tanto più amabile.»