Cinema Italia
L’Italia attraverso i suoi film, da Cabiria (1914) in poi
presentazione del libro di e con Giovanni De Luna
edito da UTET
con Steve Della Casa
nell’ambito di Pagine di cinema
in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte e Museo Nazionale del Cinema
Nel 1914 esce Cabiria, forse il più grande kolossal della storia del cinema italiano. La trama, in teoria, dovrebbe ricostruire l’epico scontro tra Roma e Cartagine, ma l’estetica orientaleggiante e liberty dell’epoca, con tanto di Gabriele D’Annunzio alla sceneggiatura, racconta facilmente in controluce il presente di quell’Italia desiderosa di guadagnare visibilità e credibilità internazionale. Come spiega Giovanni De Luna in Cinema Italia, di fronte a Cabiria lo storico finisce per «aggirarsi tra quelle immense scenografie, fiutando non l’aria del III secolo a.C. ma quella carica di odori e di miasmi pestiferi del primo Novecento, di quella incredibile e paradossale stagione in cui stava finendo l’Ottocento e fragorosamente e maledettamente stava nascendo il terrificante xx secolo». Parte da qui il percorso affascinante di uno storico che utilizza i film come documenti del periodo in cui venivano realizzati, dei gusti del pubblico e della temperie culturale, avvicinandoci così a un’inedita lettura del modo in cui il cinema ha contribuito a “fare gli italiani”. I film, infatti, spesso sono lo specchio di un presente in procinto di farsi storia: l’immediato dopoguerra di Ladri di biciclette, i primi venti del boom di Un americano a Roma, la lotta sociale de La classe operaia va in paradiso, ma anche l’edonismo pre Mani pulite di Yuppies o Vacanze di Natale. Ma non solo, perché in molti casi proprio il cinema, arte nobile e popolare insieme, ha voluto farsi a sua volta strumento di indagine storica, che fosse propaganda di stato o contestazione intellettuale: per ogni Cabiria ci sono stati moltissimi La grande guerra, Una giornata particolare, La notte di San Lorenzo, La meglio gioventù.
Mescolando alto e basso senza timore, e con qualche sortita nel cinema straniero, Giovanni De Luna ricostruisce la storia del nostro paese per come l’abbiamo vista, o meglio, voluta vedere al cinema noi italiani, che fossimo di volta in volta sceneggiatori, registi o solo semplici ma appassionati spettatori.
Pagine di cinema
Il cinema e la letteratura hanno in comune quella straordinaria capacità di saper gestire il tempo: ricostruiscono il passato, prevedono i futuri, sono lo specchio di un presente spesso in procinto di farsi Storia. I linguaggi sono diversi, ma non troppo: molti sono i libri che, trasformati in film, non perdono quella forza che le storie, sulla carta e sul grande schermo, hanno di leggere il mondo e coinvolgerci nelle sue dinamiche.
Pagine di cinema sono incontri per ragionare sul rapporto che hanno fra loro queste arti e su come interagisco/ano con la realtà che raccontano.
Si inizia con un dialogo (16 settembre h 18) tra Piero Negri Scaglione, autore di Che hai fatto in tutti questi anni (Einaudi), e Steve Della Casa su Sergio Leone e l’avventura di C’era una volta in America. Un’opera-mondo che è lo spaccato di un’epoca, quella abitata dai fantasmi – dell’amore, della violenza, dell’amicizia, del tradimento, della vendetta, del desiderio e del suo lato oscuro – di chi ha sognato il sogno americano.
A ottobre (il 21 h 18) Giovanni De Luna, a partire da Cinema Italia (UTET), sempre in dialogo con Steve Della Casa, utilizza, da storico, i film – da Cabiria a Vacanze di Natale passando per Ladri di biciclette o Yuppies – come documenti del periodo in cui venivano realizzati, dei gusti del pubblico e della temperie culturale, avvicinandosi a un’inedita lettura del modo in cui il cinema ha contribuito a “fare gli italiani”.
Come da DPCM, per entrare al Circolo e anche per accedere agli incontri, a partire dai 12 anni,
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• mostra il QR Code digitale o cartaceo apposto sulla tua certificazione verde (il personale incaricato potrà chiederti di esibire anche un documento d’identità);
• la validità della certificazione sarà comprovata tramite l’App “Verifica C19”.
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È obbligatorio, a partire dai 6 anni, mantenere sempre il distanziamento interpersonale di un metro e indossare la mascherina anche in sala (dispositivo medico: chirurgica o FFP2; no di stoffa).
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