Grand Tour sentimentale
Sui fragili dispositivi emotivi che siamo
presentazione del libro di e con Elisa Casseri
edito da Solferino
con Simonetta Sciandivasci
nell’ambito di Il Maggio dei libri
Un viaggio-inchiesta, dolce, crudo, sexy, tragicomico, sugli italiani e l’amore, con la casa come metaforico filo conduttore: ci sono storie calde da cucina, altre vergognose relegate nello sgabuzzino, ritagli di amori dimenticati in un cassetto, scene intime nel bagno.
✏️ la quarta di copertina
«Voglio mettermi uno zaino sulle spalle e partire per un cammino di Santiago sentimentale. Voglio osservare e perdermi, aggiornare man mano le credenze acquisite e girovagare senza meta nella speranza di trovare degli indizi che mi permettano di orientarmi nei meandri dell’incommensurabile disastro delle nostre vite emotive.» È la dichiarazione d’intenti di Elisa, che dopo decenni passati ad ascoltare le sventure amorose di amici, parenti, conoscenti, decide di imbarcarsi in un vero e proprio percorso di scoperta, un viaggio-inchiesta sugli italiani e l’amore diverso da ogni altro, che la porta nelle vite di 90 sconosciuti, incontrati attraverso lo schermo di un computer. Con ciascuno di loro imposta una lunga conversazione, ponendo domande intime e a volte spietate. Da ciascuno ottiene risposte più o meno sincere, sempre sorprendenti.
E in questo libro le restituisce usando la casa come metaforico filo conduttore: in questa grande confessione collettiva ci sono infatti faccende di famiglia che si incontrano in corridoio, vicende vergognose relegate nello sgabuzzino, ritagli di relazioni dimenticati in un cassetto e scene di sesso in cucina.
Leggere Grand Tour sentimentale è come leggere le nuvole: un libro che contiene moltitudini. Un tuffo vertiginoso in vite che sono anche la nostra. Un reportage che ha la saggezza della letteratura. Un racconto, semplicemente, di ogni cosa: «Di questo nostro amarci senza amarci. Dell’impossibilità di capirsi. Della meraviglia del mentirsi. Di come certi giorni diventano baratri e altri montagne. Di come si perde tutto e poi di tutto ci si dimentica. Di questo dolore e amore e sofferenza e pudore. Di questi dispositivi fragili che siamo».
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