Il cinema, l’immortale
Un’arte che non può finire
presentazione del libro di e con Daniele Vicari
edito da Einaudi
con Tiziana Platzer
nell’ambito di Pagine di cinema | in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte e Museo Nazionale del Cinema
Il cinema è un linguaggio che tutti pensiamo di conoscere. Ma prima di poterlo realmente padroneggiare dovremmo studiarlo davvero, come si studiano l’alfabeto oppure i numeri. Perché anche le immagini, come le parole stampate, hanno una logica e una “grammatica” complessa.
✏️ la quarta di copertina
Più o meno alla fine di ogni decennio il cinema è stato dichiarato morto, da quando è nato in quel famoso 28 dicembre 1895. Gli stessi fratelli Lumière che gli diedero i natali dissero che si trattava di «una invenzione senza futuro» e lo dissero pensando alla vertiginosa evoluzione tecnologica di cui si erano fatti essi stessi interpreti in quanto industriali, produttori di pellicole e macchine da ripresa. Così il buon vecchio film, pur essendo nato per il grande schermo, ma essendosi adattato meravigliosamente al piccolo fin dalla diffusione dei primi apparecchi televisivi (parliamo degli anni Cinquanta del secolo scorso), pare stia facendo la parte del leone sulle innovative piattaforme digitali. Durante il blocco dovuto alla pandemia e anche dopo, i film hanno superato le serie tv. Cos’è quindi il cinema oggi? È arrivato il momento di chiederselo fino in fondo.
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