Requiem di provincia
Nuova indagine per Corso Bramard e Arcadipane
presentazione del libro di e con Davide Longo
edito da Einaudi
con Bruno Gambarotta
Il dirigente di un grande gruppo industriale viene ucciso da un uomo in passamontagna. Rivalità sul lavoro? Politica? Questioni private? Nessuno sa niente, nessuno parla. Una cosa così non capita mai, nella provincia piemontese. A indagare il commissario Bramard e il braccio destro Arcadipane.
📌 ingresso libero fino a esaurimento posti
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✏️ la quarta di copertina
1986, Corso Bramard è ancora in polizia e Arcadipane il suo braccio destro. Un salto indietro nel tempo nella serie rivelazione di Davide Longo: un successo che cresce di libro in libro.
Eric Bonnefont è nato in Francia, ha cinquantadue anni, ma vive in Italia da ormai venticinque. Si è anche sposato, in Italia. La società per cui lavora lo ha mandato in un paese vicino a Torino con un incarico delicato: ricucire i rapporti tra l’azienda e la comunità locale dopo un’ondata di licenziamenti in una fonderia. Alcuni lo considerano un ipocrita, un opportunista, altri un uomo comprensivo, perfino un benefattore che sta dalla parte degli operai. O meglio, lo consideravano, perché qualcuno gli ha sparato sulla soglia di casa. Clinicamente non è morto, si trova in uno stato di coma che i medici dicono irreversibile: ha una pallottola nel cervello ed estrarla significherebbe ucciderlo. Nessun testimone. Nessuna traccia. Dopo due giorni dal fatto arriva la rivendicazione di uno sconosciuto gruppo rivoluzionario. Eppure il commissario Bramard, sul cui intuito nessuno ha dubbi, sebbene in questo periodo la sua mente sia spesso annebbiata dall’alcol, è convinto che la pista politica sia falsa. E come lui il suo giovane braccio destro, Vincenzo Arcadipane, che quasi ogni notte lo recupera nelle osterie per rimetterlo in sesto e assicurarsi che il mattino dopo si presenti in questura. I due, muovendosi tra la livida e rugginosa cittadina dov’è avvenuto il fatto, la «Torino bene» frequentata da Eric, l’alessandrino – da cui proviene la mite e un po’ dimessa moglie della vittima – e la Svizzera, ricostruiranno l’ascesa, la bella vita, i segreti, le ombre e infine la morte (almeno cerebrale) del manager, arrivando a individuare un mandante e un esecutore del tutto inaspettati. Una scoperta che metterà Bramard e Arcadipane di fronte a un dilemma morale e a una serie di riflessioni sull’idea di giustizia.