Preludio e fuga di Riccardo Klement
Romanzo storico su una faccenda controversa
presentazione del libro di e con Marco Ballestracci
edito da Alphabeta Verlag
conMario Greco, introduce Massimo Pizzoglio, musiche a cura della Scuola Popolare di Musica di San Salvario
a cura di Cooperativa Letteraria e ANPI Nicola Grosa
in collaborazione con CISLE e Libreria Internazionale Luxemburg
Laddove gli storici sono riusciti solo in parte a fare piena chiarezza è la letteratura che ci prova. Come su un controverso capitolo di storia nascosto, ignorato, per certi versi rimosso, che fa dell’Alto Adige un crocevia di destini in un’Europa postbellica da ricostruire anche attraverso l’oblio.
📌 ingresso libero fino a esaurimento posti
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✏️ la quarta di copertina
Riccardo Klement è un nome fittizio, necessario per trovare un nuovo nascondiglio, anch’esso provvisorio, e attendere il momento giusto, quello della fuga definitiva. Per scampare alla giustizia e “rinascere” altrove e con un’altra identità, non servono però soltanto rifugi sicuri e documenti falsificati a regola d’arte, ma anche un ambiente in cui potersi mimetizzare ed esprimere nella lingua materna. Per questo motivo il Sudtirolo è il luogo ideale. Ed è inoltre necessaria una rete di complicità e protezioni che solo persone che nel recente passato hanno condiviso ideologia e demonizzazione di un unico nemico sanno garantire. E quando queste persone vestono l’abito talare, i meccanismi e gli itinerari della fuga sono così collaudati che il tentativo ha il successo sperato, non fosse che per un dettaglio: il desiderio irresistibile di sentirsi ancora chiamare con il proprio, autentico nome. Il nome di uno dei più noti criminali nazisti.
Laddove le ricerche degli storici sono riuscite solo in parte a fare piena chiarezza – lasciando sfumati i contorni di vicende talora incredibili e alimentando ipotesi, congetture e teorie – è la letteratura che prova a gettar luce su episodi oscuri e segreti ben custoditi. Marco Ballestracci racconta così un controverso capitolo di storia contemporanea attraverso un equilibrio mobile tra indagine e finzione, districando i nodi di una trama nascosta, ignorata, per certi versi rimossa, che fa dell’Alto Adige un importante crocevia di destini in un’Europa postbellica da ricostruire anche attraverso l’oblio.