domenica 30 marzo 2025il Circolo dei lettori, via Bogino 9, Torino

Biennale Democrazia 2025

Con il titolo Guerre e Paci, la IX edizione di Biennale Democrazia sarà dedicata al conflitto, alla violenza e alla guerra, alla luce della persistente minaccia di scontri interni alle società democratiche e dell’attuale scenario di crescente tensione globale. Discuteremo della democrazia come tecnica di convivenza pacifica tra individui, nazioni, specie. Se il conflitto è connaturato al carattere plurale delle nostre società, le istituzioni democratiche devono recuperare la loro funzione di risoluzione pacifica delle controversie. Lungi dall’essere il frutto della presunta bontà dell’essere umano, la pace è piuttosto il risultato di equilibri precari spinti dalla necessità di trovare accordi che salvaguardino la sopravvivenza dei singoli, degli Stati, del pianeta.

programma completo su biennaldemocrazia.it



al Circolo dei lettori:

🗓️   domenica 30 marzo

h 11 | Devo vincere o voglio vincere? Il conflitto con sé stessi nello sport
con Daniele Manusia, introduce Daniele Gorgone
Negli ultimi anni lo sport è stato uno degli spazi simbolici in cui si è manifestato il desiderio di un cambiamento più grande, che spinge verso una società in cui i disturbi mentali non siano più un tabù. Atleti piccoli e poco conosciuti come Clark Carlisle, grandi e vincenti come Naomi Osaka, e persino leggende come Micheal Phelps e Simone Biles, hanno parlato dei propri problemi arrivando a un pubblico vastissimo. La differenza sottile tra il dover vincere e il voler vincere è solo una delle questioni che si sono aperte in questi ultimi anni sulla relazione tra sport e salute mentale, attraverso alcuni casi recenti come quello del calciatore olandese Mohamed Ihatteren o lo sloveno Josip Ilicic, rifletteremo in quest’incontro sul modo in cui nella nostra società si parla di malattia mentale attraverso la lente dello sport di alto livello.

h 11.30 | Geopolitica e tecnologia
con Francesco Talò e Juan Carlos De Martin, coordina Alberto Infelise
A livello tecnologico, negli ultimi trent’anni i Paesi europei hanno accumulato un imperdonabile ritardo. Si è ceduto il controllo delle reti materiali (radio, torri, cavi, server), mentre aziende come Microsoft e Google (e ora Starlink?) entravano sin dentro i gangli dell’apparato statale. Eppure le tecnologie della comunicazione sono eminentemente politiche: condizionano la libertà e la sovranità collettive. E sullo sfondo la partita è anche bellica, con la guerra in Ucraina che ha mostrato l’importanza delle reti satellitari per gli eserciti sul terreno. La NATO è corsa ai ripari, rilanciando gli investimenti sulle deep tech: A.I., tecnologie quantistiche, biotecnologia. E l’Europa?

h 14.30 | Per una storia della pace
con Arianna Arisi Rota, introduce Roberto Cammarata
in collaborazione con Festival della Pace di Brescia
Perché la parola pace non riesce a vivere senza un aggettivo che la qualifichi e la sostanzi? Quali sfide ha affrontato nel lessico di una contemporaneità che ha violato la pace con modalità inedite e totalizzanti? Rivisiteremo alcune strategie di pace dell’Ottocento e del Novecento, seguendo le modificazioni dell’arena internazionale e alcuni sforzi, individuali e collettivi, pubblici e segreti, per mettere fine alla violenza e transitare nella stagione della ricostruzione. Tra peace-making e peace-building, verranno ripercorsi casi di successo e di fallimento che hanno confermato come pensare la pace sia il requisito necessario per riconoscere il nemico, e cominciare a parlargli.

h 16.30 | Tumulti, congiure. A partire da Machiavelli
con Marco Geuna, introduce Manuela Ceretta
Machiavelli opera una radicale rottura nella tradizione filosofico-politica occidentale. Non fa suo l’elogio della concordia fra le diverse parti della “città” elaborato dal pensiero antico e ancora diffuso nella cultura rinascimentale. Ritiene invece che i “tumulti”, i conflitti politici condotti in certe forme, possano mantenere viva la libertà e portare a novità istituzionali importanti. Machiavelli lascia così in eredità al pensiero moderno e contemporaneo il problema di come coniugare libertà e conflitto, in una società profondamente divisa per appartenenze sociali e valori.

h 16.30 | Franco Basaglia e la democrazia profonda
con Ota de Leonardis, Andrea Morniroli e Alberto Mossino
Il rinnovato interesse per Franco Basaglia, per ciò che ha scritto e fatto, che si è manifestato anche tra le giovani generazioni in occasione del centenario della sua nascita, sollecita una riflessione sulla sua attualità. E proprio rispetto al tema del conflitto proposto da questa edizione di Biennale Democrazia. La profondità della rivoluzione basagliana – con la presa di parola dei “matti” – è la radice più solida per una democrazia capace di sopportare contraddizioni e conflitti. Là dove la pratica di abitare il mondo e il sogno del possibile si alimentano a vicenda.

h 18.30 | Ti bacio ancora e ancora e ancora. Il tempo perduto di Natalia e Leone Ginzburg
con Annalena Benini, introduce Alessandro Isaia
in collaborazione con Salone Internazionale del Libro di Torino
Natalia Ginzburg ha scritto, in una lettera a un amico: “Leone era il contrario di me. Lui sapeva tutto, tutto di un paese, tutto di tutte le cose, come sono nella realtà. Però gli piaceva molto stare con me. Si divertiva a parlarmi. Siamo stati tre anni al confino, durante la guerra, e lui non aveva amici, non aveva nessuno con cui parlare, ma diceva che non gli importava niente di non avere amici, perché io ero il suo amico, e gli bastava. E così siamo stati molto bene insieme. Molto felici insieme. Io ero felice ogni giorno. Quel tempo mi sembra tanto lontano”.

 


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