Incontro con Milo Manara
RADICI
Il festival dell’identità
(coltivata, negata, ritrovata)
a partire da Il Nome della Rosa vol. 2 (Oblomov)
con Fulvia Caprara
Le donne di Milo Manara, tanto inconfondibili nelle espressioni e nei corpi da essere divenute un archetipo di bellezza, hanno una lunga storia che comincia al liceo artistico di Verona, passa dai giornaletti erotici dei ‘70 e dalla lezione del maestro Hugo Pratt, per approdare al disegno d’autore del decennio successivo e lì restare fino ad oggi. Nel frattempo, il disegnatore ha cavalcato l’onda della contestazione sessantottina senza mai perdere di vista il carattere pop della sua opera, anzi, rivendicandolo contro gli snobismi dell’arte contemporanea di serie A. A settantanove anni, ha lavorato giorno e notte alla seconda parte de Il Nome della Rosa.
📌 ingresso libero fino a esaurimento posti
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