Amori tossici
Alle radici delle dipendenze affettive
presentazione del libro di e con Laura Pigozzi
edito da Rizzoli
con Francesca Bolino
Per capire quei legami che diventano predatori, che ci tolgono spazio, che ci fanno male, bisogna guardare indietro, dice la psicoanalista. Perché tanti sono i modi in cui l’odio e l’amore che respiriamo nell’infanzia determinano il grado di indipendenza e di equilibrio che poi sapremo vivere da adulti.
✏️ la quarta di copertina
L’amore tossico non si fabbrica da solo o a causa di ripetuti incontri cattivi. I cattivi incontri arrivano sempre prima.Questo libro parla di invasioni nei confini delle relazioni che viviamo in famiglia e fuori. Parla di mariti, amanti, ma anche amici, colleghi, superiori e soprattutto madri che in nome dell’amore assoluto impediscono il necessario e vitale processo di separazione dei figli. Parla di ghosting, serial lover e gaslighter. Parla di quei legami che diventano predatori, che ci tolgono spazio, che ci depotenziano, che ci fanno male. Ma per capire come l’amore può ribaltarsi in odio è importante guardare indietro. Perché i sadici, i prepotenti, i manipolatori hanno un fiuto infallibile nell’annusare e scegliere la vittima perfetta che ogni ex bimbo o bimba violata rappresenta in potenza.L’amore è una questione di confini, di bordi che dovrebbero restare porosi, mobili, morbidi e consentire il passaggio di ciò che nutre, come fa la membrana di una cellula, definita ma non assoluta, stabile ma non necrotizzata. Nell’amore tossico, invece, i confini sono perturbati: abbattuti nell’invasione simbiotica dell’amore assoluto, oppure irrigiditi, invalicabili ed espulsivi, nell’abbandono. Esiste una strana equivalenza tra simbiosi e abbandono che viene vissuta nei nostri primi legami famigliari e che si riproduce inevitabilmente nelle relazioni d’amore che stabiliamo da adulti. Laura Pigozzi, punto di riferimento della nuova psicoanalisi, racconta in quanti modi l’odio e l’amore che respiriamo nell’infanzia determinano il grado di indipendenza e di equilibrio che poi sapremo vivere da adulti, liberandoci dalla tossicità di molte relazioni claustrofobiche.
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