sabato 17 ottobre 2020 | ore 16:00sala grande | il Circolo dei lettori

Andar per mostre

Presentazione della mostra Push the limits in corso alla Fondazione Merz
con le curatrici Claudia Gioia e Beatrice Merz

ingresso incontro gratuito con prenotazione obbligatoria (chiama +39 011 8904401 o scrivi, specificando nominativi dei partecipanti e un recapito telefonico, a info@circololettori.it).

al termine dell’incontro appuntamento alla Fondazione Merz (h 17.45) per visitare la mostra: ingresso mostra € 6 – Tessera Musei gratuito, prenotazione obbligatoria 011 8904401 | info@circololettori.it

Push the limits raccoglie le voci di 17 artiste donne: una polifonia di segni ed esperienze la cui immaginazione ci parla della capacità di far transitare sulle soglie del pensiero tutte quelle realtà che sono ‘oltre’. Principio costitutivo dell’arte è Push the limits e questo è anche il miglior augurio che la Fondazione Merz può farsi per celebrare i primi 15 anni di attività e per iniziare con quelli che ancora verranno.
Il titolo dichiara sin da subito la volontà di indagare la capacità dell’arte di porsi costantemente al limite per spostare l’asse del pensiero, della percezione e del discorso, immettendo nuovi elementi nel sistema.
Push the limits racconta senza sforzo, finalismi e sovrastrutture che non siano quelli del pensiero e della creatività dell’arte contemporanea, un percorso di ricerca per trovare un linguaggio consapevole e capace di raccontare il presente.

Push the limits, perché un limite può nascere in qualsiasi momento e in un luogo dove prima non c’era, può manifestarsi come una malattia dove prima c’era solo la quotidianità, può essere inventato e modellato su un avversario da esso stesso creato. Ma un limite è anche fatto per essere oltrepassato, rinominato, dilatato, ridisegnato e per consentire il passaggio. Push the limits: perché l’arte è ‘spingere oltre i limiti’ continuando a offrire, attraverso il tempo, uno spazio dove i codici correnti di comportamento sono sospesi e la trasformazione diviene possibile; dove il ‘come se’ consente un flusso di più visioni e linguaggi nella ricerca di nuovo senso. Generazioni, storie, sguardi, immagini e logos per dire che quella che chiamiamo realtà altro non è che una crosta sull’infinità dei possibili e che se proviamo a spingere la crosta, questa si rompe facendo emergere tutti quei possibili che ancora non conosciamo”, spiegano le curatrici della mostra, Claudia Gioia e Beatrice Merz.