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giovedì 11 gennaio 2024 | ore 21:00il Circolo dei lettori, via Bogino 9, Torino

Del Male, di Dio e del nostro amore

Ventuno dialoghi e un saggio

presentazione del libro a cura di e con Paolo Scquizzato
edito da Gabrielli
con Maria Chiara Giorda
in collaborazione con Torino Spiritualità

Da sempre di fronte al male, alla sofferenza e al dolore, soprattutto quello innocente, ci chiediamo «perché»? Domanda necessaria, elevata da esseri umani necessitanti di senso, a cui, qui, hanno provato a rispondere filosofi, teologi, medici, credenti, atei, agnostici. 


📌 ingresso libero fino a esaurimento posti

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✏️ la quarta di copertina
In questi ultimi anni, pare gravare sul mondo e sull’umanità una quantità di male inaudito, tanto da essere inenarrabile. Per il fatto che oggi sia così concentrato e immediatamente avvertito, si ha come la percezione che sia in ogni caso immane, troppo.
Don Paolo Scquizzato, come accadde ai tempi della pandemia sul tema della preghiera con il testo “La goccia cha fa traboccare il vaso”, ha chiesto di scrivere un contributo sul tema del male, a partire dalla propria esperienza, ad amiche e amici: filosofi, teologi, medici, appartenenti ad altre confessioni (induisti e buddhisti), credenti, atei e agnostici. 
Da sempre di fronte al male, alla sofferenza e al dolore, soprattutto quello innocente, si innalza imperiosa la domanda: perché? Una domanda necessaria, perché elevata da esseri umani necessitanti di senso.
E se questa domanda viene posta da donne e uomini di fede, o comunque all’interno di unpercorso spirituale, forse diventa ancora più pesante e pressante perché ad essere tirato in ballo è Ciò che qualcuno chiama Dio.
Dalla lettura del libro s’evincerà che per la maggioranza degli autori – pur con sensibilità molto diverse – quel Dio, immaginato come onnipotente e destinatario della domanda “perché questo male”, semplicemente non esiste più.
La molteplicità dei punti di vista, che si integrano tra di loro formando un quadro che può incontrare la sensibilità dei lettori più diversi, vorrebbe aiutare a progredire in quello che molti chiamano “passaggio di soglia”: tentare cioè di ripensare e rinominare ciò che va sotto il nome di Dio, il suo rapporto col mondo, la storia e l’umana avventura.