La figlia di lui
Ho lasciato che fossi
la maternità – percepita, non voluta, vissuta, condivisa, e molto altro.
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Sulla complessità degli strumenti umani e dei legami contemporanei
presentazione del libro Feltrinelli di e con Chiara Marchelli
con Elena Varvello
Livia, traduttrice a New York, incontra Arno, uomo brillante con un passato con cui fare i conti: ha un’ex moglie e soprattutto una figlia di cinque anni, Emma. A Livia i bambini non sono mai interessati, all’inizio non le dispiace neanche che lui sia padre, ma presto capisce che non potrà mai essere solo un rapporto a due.nell’ambito di Ho lasciato che fossi
📌 ingresso libero fino a esaurimento posti
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✏️ la quarta di copertina
Livia ha quarant’anni, è italiana, e vive a New York. Lavora come editor e traduttrice quando incontra Arno, americano, analista informatico, un uomo pacato e brillante: i due più che conoscersi si riconoscono, e presto fanno coppia. Ma, come spesso avviene dopo una certa età, c’è un passato con cui fare i conti. Arno ha infatti alle spalle un matrimonio e un divorzio, una ex moglie e soprattutto una figlia di cinque anni, Emma. A Livia i bambini non sono mai interessati, tuttavia sulle prime non le dispiace che lui sia padre, quasi aggiungesse alla sensualità una specie di calore. In breve, però, le è chiaro che quello con Arno non potrà mai essere solo un rapporto a due.
Da subito la figlia erode con i suoi bisogni e i suoi capricci, a volte semplicemente con la sua presenza, lo spazio emotivo della coppia. Emma tratta Livia come un’intrusa, mentre Livia non riesce a vedere in Emma la bambina che è. Con il passare del tempo finiscono a viversi come rivali, avversarie. La diffidenza tra loro si acuisce finché un incidente porta in superficie la corrente elettrica di un legame a tre mai dichiarato.
La figlia di lui è una storia di quotidianità minima esplosiva: Chiara Marchelli indaga con asciutta eleganza e sguardo intimo la complessità dei legami contemporanei, scrivendo un romanzo che racconta un’esperienza comune – vissuta in prima persona o nel racconto di amiche, amici, parenti – ma che non aveva ancora trovato rappresentazione compiuta. Qui ustionante e potentissima.
Sento Emma pervadere ovunque, anche quando non c’è. E quando arriva tutto si ferma, si altera, si spreca. Ho questa impressione: che Emma venga a usurpare.
Donne senza figli. Donne che si mettono con uomini che di figli ne hanno, e magari piccoli.
Costrette in un ruolo che non avevano previsto, o mai voluto.
E se a prendere la parola fosse una di loro, cosa racconterebbe?