La narrazione delle città
con Gianni Biondillo, scrittore, Roberto Casati, filosofo e Deirdre Mask, scrittrice, modera Riccardo Staglianò
incontro online disponibile qui, su circololettori.it e Facebook
Più una città si conosce, più è in grado di raccontarsi, e quindi migliorare, a livello turistico, economico e sociale, inventando nuovi schemi per parlare di sé, per trasformarsi. Più i cittadini sono consapevoli dei luoghi che abitano (e anche di vecchi retaggi da superare), più ne saranno protagonisti in modo da partecipare attivamente al suo cambiamento.
L’avvocatessa e scrittrice afroamericana Deirdre Mask riflette, a partire dal suo Le vie che orientano (Bollati Boringhieri), su quanto i nomi delle strade delle città siano la nostra eredità culturale, ciò che decidiamo di tenere o buttare via del passato, di quanto orientino i cittadini a livello topografico ma soprattutto identitario, agendo in modo diffuso e inconscio. L’architetto e scrittore Gianni Biondillo racconta, a partire da Lessico metropolitano (Guanda), il territorio, i suoi talenti e le sue contraddizioni, la metropoli e i suoi vocaboli.
La riflessione di Roberto Casati, invece, è di tipo filosofico, legata alla percezione delle città a partire dalle prospettive da cui le si guarda, usando come esempio il suo studio Venice Blocks su Radical Cartography e sulla diversa percezione che la città offre se osservata dalla laguna (che dà una visione nobile e patinata della città) o dalle calli interne (una Venezia degradata e quasi povera).
L’appuntamento fa parte del ciclo Le città del futuro, una collaborazione Fondazione Circolo dei lettori e Collegio Carlo Alberto, ideato per riflettere da più punti di vista sul ruolo delle aree metropolitane di fronte alle sfide economiche, sociali, tecnologiche, ambientali del prossimo decennio: il cambiamento climatico, la digitalizzazione, le crescenti disuguaglianze sociali. È una riflessione sia sui poli metropolitani in crescita che su quelli in declino, riflessione resa ancora più urgente dalla pandemia da Covid-19, che ha modificato la geografia del lavoro e delle relazioni sociali, in modo forse permanente..