un progetto Scuola Holden e Fondazione Circolo dei lettori

Le storie possono avere forme differenti, prestarsi alla lettura solitaria e silenziosa o essere un’esperienza collettiva che passa attraverso la voce e la messa in scena su un palcoscenico. Libri in scena è allora una rassegna che ospita quattro appuntamenti in cui le storie prendono corpo attraverso la voce degli autori e degli attori, per mostrarci come le storie sono scintille che passando da una forma all’altra, ibridando i generi, restituiscono ai lettori e al pubblico un’esperienza sempre nuova.

 

✏️martedì 24 gennaio h 19 | Scuola Holden
L’altro mondo 
di Daniele Ronco a partire da L’altro mondo. La vita in un pianeta che cambia (Bompiani) di Fabio Deotto
con Daniele Ronco e Luigi Saravo
produzione Mulino ad Arte, in collaborazione con CNR
L’altro mondo è un progetto che utilizza la performance artistica e lo storytelling per monitorare le impressioni delle criticità ambientali di un territorio coinvolgendo i cittadini ed elaborando soluzioni attraverso un percorso partecipativo di co-creazione. Parallelamente alla performance realizzata con il contributo degli spettatori lo spettacolo vede la collaborazione con Fabio Deotto, un autore che ha dedicato anni di ricerca sulla crisi climatica. La parte centrale dello spettacolo, infatti, sarà la trasposizione teatrale del libro intitolato L’altro mondo. La vita in un pianeta che cambia (Bompiani).
Il libro è incentrato sul viaggio durato due anni che ha visto Fabio spostarsi da un estremo del mondo all’altro per incontrare testimonianze dirette in merito alla crisi climatica. Nello spettacolo sono narrate le tappe più significative di questo viaggio, i luoghi scolpiti nell’immaginario collettivo come paradisi terrestri: le Maldive, Miami, New Orleans, il villaggio di Babbo Natale e Venezia. Luoghi che diventano simbolo di un mondo che l’essere umano si ostina a voler mantenere inossidabile, ma che ormai non esiste più.
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✏️sabato 31 gennaio h 19 | Scuola Holden
Omissis 
a partire da L’arrivo di Saturno (Bompiani)
di e con Loredana Lipperini
Omissis è la storia di un anno, il 1980, che fu fitto di avvenimenti drammatici. Un anno in cui morirono giornalisti e giudici, tremarono e crollarono le case in Irpinia, tremò e si sgretolò la stazione di Bologna, e un aereo svanì nel mare di Ustica, e quattro colpi di pistola uccisero John Lennon. E in tutte queste storie se ne smarrisce una, che attirò a sé quanto di oscuro c’era in Italia: la storia di una ragazza di 24 anni.
Questa è la storia di due amiche adolescenti, che crescono, inseparabili, negli anni Settanta, che militano, ventenni, nel Partito radicale e diventano giornaliste. Una, Loredana, si occuperà di cultura, l’altra di traffico d’armi. L’altra è Graziella De Palo, di cui si è persa ogni traccia il 2 settembre 1980. La sua scomparsa a Beirut, e quella del collega ed ex compagno Italo Toni, diviene il nodo, tuttora non sciolto, di un groviglio di interessi, depistaggi, trame dove tutto è collegato: la strage di Bologna e Gladio, l’assassinio di Ilaria Alpi e le navi dei veleni, la P2 e la morte di Aldo Moro.
Sulla scomparsa di Graziella è stato posto il segreto di Stato: per oltre quarant’anni, la sua famiglia, una quieta famiglia borghese, si è trasformata in agenzia investigativa, ogni volta trovando di fronte un muro di silenzio. Loredana Lipperini racconta gli anni nerissimi dell’Italia attraverso una grande amicizia femminile.
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✏️lunedì 6 febbraio h 19 | Scuola Holden
Un’ultima cosa
reading a partire da Un’ultima cosa (Feltrinelli)
di e con Concita De Gregorio
con la partecipazione di Erica Mou
In Un’ultima cosa Concita De Gregorio e la cantante Erica Mou portano sul palco le storie di donne che prendono la parola per l’ultima volta e dicono di sé senza lasciare diritto di replica. Donne che l’autrice ha sfiorato dal vivo ancora bambina, come Dora Maar, oppure adolescente, Amelia Rosselli, o via via crescendo, incontrandole senza riconoscerle e cercandole dopo nelle loro opere: Carol Rama, Nise da Silveira, Vivian Maier, Silvina Ocampo, Maria Lai, Lisetta Carmi e altre ancora.
Messe al bando, escluse, lasciate indietro o invece arrivate troppo presto rispetto ai tempi, alle convenzioni, alla società, hanno rappresentato per il mondo uno scandalo. Ciascuna di loro si alza in piedi per dire qualcosa di vero di sé, un’orazione che è anche un’invettiva: parole incendiate di rabbia, di ironia, di sapienza. Dora è la musa di Picasso, Amelia è figlia di Carlo, Carol è amica di Andy Warhol… sono sempre “qualcosa” di qualcun altro, l’attributo di un uomo. Ombre a cui queste pagine danno luce, restituiscono voce.
Concita De Gregorio incarna queste donne, “fonti di eresia, dunque di desiderio e di colpa”, ascoltandole, prendendole su di sé e offrendo loro l’ultima parola. Il filo che dipana è un progetto teatrale, a cui l’autrice presta corpo in scena. Perché raccontare la Storia non basta, bisogna raccontare le storie.
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✏️martedì 28 febbraio h 19 | Scuola Holden
Mosca 1966. Processo alla letteratura
reading a partire da Lo scrittore senza nome (Feltrinelli)
di e con Ezio Mauro
Mosca 1966. Processo alla letteratura è uno spettacolo, tratto dal libro Lo scrittore senza nome, dove Ezio Mauro racconta l’incredibile storia di Andrej Sinjavskij e Julij Daniel’, due scrittori russi che sfidarono il regime sovietico con l’arma più potente e più temuta – la parola – pubblicando i loro libri in Occidente. Uniti da un’amicizia intellettuale tanto profonda da trasformarsi in politica e tanto forte da tradursi in opposizione, vengono entrambi arrestati dal Kgb e giudicati nel 1966 in un processo che diventa uno scandalo mondiale. I due amici non si incontreranno mai più, ma il loro legame rimarrà saldo, così come i loro ideali. Ezio Mauro riporta alla luce le vicende di Andrej Sinjavskij e Julij Daniel’, due uomini che il KGB ha tentato di cancellare dalla storia, e che ora irrompono nei teatri, a ricordarci che la parola, la letteratura e l’arte sono libere, rivoluzionarie e impossibili da arginare e che possono essere gli strumenti per cambiare il mondo. Con lui sul palco l’attore Massimiliano Briarava insieme ad alcuni studenti del laboratorio teatrale dell’istituto tecnico Salvemini di Casalecchio di Reno.
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