L’imperatore
Donald Trump. L’alba di una nuova era
presentazione del libro Piemme di e con Claudio Pagliara
con Elena Loewenthal
modera Francesco Rigatelli
Guerre, tensioni internazionali e interne: è da questo contesto esplosivo che bisogna partire per decrittare la seconda presidenza di Donald Trump, in un mondo radicalmente diverso da quello del primo mandato. Lo storico corrispondente Rai racconta senza fronzoli l’oggi americano che ci proietta negli scenari politici, geopolitici ed economici di domani.
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la quarta di copertina
Guerre, tensioni internazionali e interne. È da questo contesto esplosivo che bisogna partire per decrittare la seconda presidenza di Donald Trump. Un mondo radicalmente diverso da quello del suo primo mandato: più frammentato, più armato, più vicino al punto di rottura. Una presidenza dai caratteri imperiali che ha sconvolto le regole del commercio internazionale e dei confini territoriali finora riconosciuti. «America First» – molto più di uno slogan elettorale – è un doppio tentativo – forse disperato – di ricostruire l’identità interna e di ridisegnare l’ordine globale con gli Stati Uniti, i loro valori, saldamente al centro. Sul piano interno, «America First» è una risposta alla disgregazione culturale, al relativismo valoriale e alla polarizzazione alimentata da ideologie come il woke. È un richiamo ai valori fondativi: uguaglianza, libertà, merito, religione, nazione. Una reazione a quella che molti percepiscono come un’America che si vergogna di sé stessa. Sul piano esterno, invece, «America First» è una dottrina di ri-allineamento strategico: rivedere i rapporti con gli alleati, ricalibrarli in funzione anticinese, perché è la Cina – più della Russia, più dell’Iran – a essere percepita come la principale fonte di instabilità globale.