lunedì 14 novembre 2022 | ore 21:00il Circolo dei lettori, via Bogino 9, Torino

Ritratti di Guerra

Raccontare storie per restituire identità
presentazione del libro di e con Ángel De la Calle
edito da 001 Edizioni
con Hector Carrasco, modera Mario Greco
a cura di Cooperativa Letteraria
in collaborazione con CISLE – Centro Internazionale Studi sulle Letterature Europee, A.N.P.I. Nicola Grosa Torino “El Caleuche” – Associazione di Cileni in Piemonte e la comunità cilena

Quattro pittori latinoamericani si rifugiano a Parigi negli anni ‘80, dove De la Calle sta scrivendo un libro su un’attrice attivista scomparsa. L’intrecciarsi delle loro storie racconta una generazione soffocata dalla violenza dei regimi sudamericani ma anche il rapporto tra creazione artistica e realtà.

✏️ la quarta di copertina
Quattro pittori latinoamericani, sopravvissuti alle torture nei loro paesi d’origine, si ritrovano nella Parigi degli anni Ottanta, malinconico rifugio per gli esuli di tutto il mondo. Nella capitale francese – tra rivoluzionari a riposo e inquietanti agenti segreti con la passione per il collezionismo – si muove anche il giovane Angel de la Calle, impegnato a scrivere un libro su Jean Seberg, star di Hollywood, regina della Nouvelle Vague e attivista scomparsa in circostanze misteriose. L’intrecciarsi delle loro storie disegna la mappa di questo romanzo intenso e tentacolare, al quale l’autore di Tina Modotti ha lavorato per oltre dieci anni. E la storia di una generazione perduta, soffocata dalla violenza dei regimi sudamericani, ma anche una impietosa interrogazione sul rapporto tra creazione artistica e realtà. Per gli autorealisti, misconosciuto ed effimero collettivo di esuli inseguiti dalla CIA, il ritratto è lo strumento per ricostruire la dignità alla persona offesa, ma ormai il chiacchiericcio delle gallerie d’arte copre le urla di orrori a cui nessuno vuole credere. De la Calle scrive e disegna con la sapienza del grande narratore, ma anche con assoluto rispetto per le vite che tocca: esseri umani e non eroi. Come dice uno dei suoi personaggi: «Raccontare le storie serve per restituire l’identità, per dire chi siamo e chi siamo stati. Credo che quando non si può raccontare la verità, sia meglio non raccontare nulla».


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