sabato 9 marzo 2024 | ore 20:30TPE Teatro Astra, via Rosolino Pilo 6, Torino

La cattiva luce

Incontro con Tiziano Scarpa e Francesco Piccolo

a partire da La verità e la biro (Einaudi)
nell’ambito di
Dialoghi della Stagione TPE 2023/24 Cecità
una collaborazione TPE – Teatro Piemonte Europa e Fondazione Circolo dei lettori

La verità non fa che inseguirci eppure ci ostiniamo a evitarla: perché? Provano a rispondere due scrittori Premio Strega a partire da un libro che è romanzo, confessione, saggio, memoir, una meditazione sui nostri desideri e su quest’epoca che ci vuole trasformare in esibizionisti e gladiatori.


📌 ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili, prenotazione consigliata a dialoghi@fondazionetpe.it

👀 con la Carta Io leggo di Più puoi prenotare il tuo posto, nelle prime file: scrivi a info@circololettori.it o chiama 011 8904401


✏️ il libro
Provate a pensare a chi, nella vita, vi ha detto davvero come stavano le cose. Tiziano Scarpa, per esempio, non potrà mai dimenticare la Studentessa di Filosofia: quella compagna di università cosí sincera da raccontargli ogni suo tormento d’amore a letto – nel senso che glieli raccontava proprio mentre era a letto con lui. A questa campionessa mondiale di sincerità si affiancano vari personaggi e diversi modi di vivere la schiettezza: fra i tanti, la Ragazza dagli Occhi Spiritati, il Vecchio Amico di Famiglia, la Storica dell’Arte, il Depresso Misterioso. Sono momenti rivelatori dei rapporti con gli altri, che, guardando indietro, fanno ridere, soffrire e a volte disperare. L’occasione per ricordare questi episodi è una vacanza in Grecia: giorni luminosi costellati di piccoli incidenti, imbarazzi, intimità impreviste. Seduto sotto l’ombrellone, lo scrittore mette a confronto la naturalezza dei corpi nudi con l’abito stretto delle parole. Cosí, tra resoconti imperdibili e aneddoti bene invecchiati in cantina, si apre un’altra pista, quella piú riflessiva, per difendersi da quest’epoca che ci vorrebbe tutti esibizionisti e gladiatori sociali. Setacciando le interviste di attrici ottantenni impudiche, la fantascienza distopica e le fotografie iconiche del Novecento, l’autore cerca le sue risposte dappertutto. Per poi trovarle nel teatro greco: che ha inventato un modo tutto suo di fabbricare la verità, producendo la massima intensità attraverso il massimo dell’artificio. Questo libro resterà scolpito nell’animo di chi ha sete di verità, ma subisce il contagio delle sue malattie croniche: l’ipocrisia e la reticenza.